Monday, August 20, 2007

Villaggio turistico

Passare una settimana in un villaggio significa incontrare tutti i giorni le stesse persone, a colazione, in spiagga, a pranzo, a cena.
Durante le mie vacanze mi sono cosi' dedicato all'antropologia del turista. Il villaggio era soprattutto visitato da italiani, russi e francesi.
Gli italiani sono riconoscibili immediatamente: in spiaggia leggono immancabilmente la Gazzetta esaltandosi per la goleada della loro squadra contro la Rappresentativa dei Pompieri di Sondrio o giocano a bocce, durissima disciplina sportiva sconosciuta agli altri.
I russi sembrano tutti trafficanti di armi: sguardo torvo, tasche piene. I russi sopra la sessantina sembrano trafficanti di armi in pensione. Le russe di una certa eta' sembrano matrioske, credi di poterle svitarle all'infinito trovandone di piu' piccole. Le russe giovani accompagnano i citati trafficanti, non attratte certo dallo sguardo torvo.
I francesi se gli parli rispondono con qualcosa su Materazzi che non suona molto amichevole. In Spagna nel '92 mi dicevano "Tassotti cabron" memori di una gomitata del milanista a uno spagnolo ai mondiali americani. In Argentina si ricordano ancora di Gentile.
Insomma, riconoscono il gentiluomo che c'e' in noi.
Per la prima volta ho visto all'opera gli animatori: devo dire che questi ragazzi si impegnano veramente molto, dalle 9 di mattina a dopo mezzanotte, per intrattenere i villeggianti, con iniziative e spettacoli dilettanteschi si' ma che rivelano un serio impegno nella preparazione.
Una citazione particolare per il capo-animatore, uno un po' esaltato con evidente la ammirazione per Michael Jackson visti i passi di danza, lo stile e le musiche prese in prestito. Non lo ricordava per niente, in piu' lui e' bianco (Michael Jackson, dico).

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